Articolo di Guido Guidi, 24 giugno 2020 ClimateMonitor
I tempi difficili che stiamo vivendo, forse contrariamente a quanto si pensava (e sperava) inizialmente, pur in un contesto di grande impegno e spirito di sacrificio di alcuni, hanno purtroppo fatto emergere, una volta di più, gli enormi difetti e le altrettanto enormi contraddizioni di molti altri.
La cronaca delle ultime settimane ne è testimone, e non è certo mia intenzione ripercorrerla, anche perché non credo proprio di averne le capacità o i numeri. Non posso però fare a meno di notare l’ennesima distonia che sta venendo a crearsi seguendo un certo pensiero, quello cioè che predica da sempre la soluzione finale, ovvero l’eradicazione non dei difetti – che sono tanti – ma di tutto il complesso del nostro sistema sociale. Anche in questo caso, trattandosi di opinioni, non mi sento in grado di dare giudizi, ma vorrei sempre che le opinioni, benché tali, fossero accompagnate da un minimo di cognizione di causa, perché gli esseri umani sono capaci di mentire anche di fronte all’evidenza, ma i numeri invece non mentono mai.
Anche se parzialmente oscurata dalla pandemia, la presunta crisi climatica colpevolmente mescolata con i temi ambientali, aveva perso un po’ di abbrivio nelle cronache quotidiane. Ora che la situazione sanitaria sembra stia lentamente migliorando, si ricominciano a sentire le uscite dei soliti noti. Tra questi, l’instancabile quasi ex adolescente svedese che, dopo aver ascritto la crisi climatica e quella sanitaria alla stessa deriva catastrofica delle abitudini degli esseri umani sul pianeta, dopo aver trascorso i tempi del lockdown a preparare dei podcast alla bisogna, ha fatto sapere via twitter quanto segue:
The climate- and ecological crisis can no longer be solved within today’s political and economic systems. That’s not an opinion. It’s just simple maths. #ClimateEmergency
Dunque, la matematica, quindi i numeri, dimostrerebbero che “non andrà tutto bene” ma che piuttosto il nostro sistema politico ed economico non possiede gli strumenti per affrontare i guai in cui saremmo andati a cacciarci. Il fatto che quindi lo si debba cambiare è sottinteso, ma questa è la sua opinione e rientra tra quelle che non discuto. Però, sempre su twitter, sono invece arrivati un po’ di numeri e fatti che penso valga la pena riprendere e sottolineare, sempre per quella questione della cognizione di causa. Li ha messi insieme in un thread su twitter Mike Shellenberger, reduce dalla pubblicazione di un libro dal titolo alquanto eloquente: Apocalypse Never, che trovate qui.
Vi riassumo il suo contributo.
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Le soluzioni al problema il nostro sistema non solo le possiede ma, contrariamente a quanto si vorrebbe far credere, le ha anche già trovate e messe in pratica.
- Le emissioni di CO2 sono in discesa nelle nazioni sviluppate da più di un decennio – In Europa nel 2018 sono state il 23% sotto ai livelli del 1990 – Negli USA sono scese del 15% tra il 2005 e il 2016 – Sempre negli USA, ma anche in Gran Bretagna, le emissioni dovute alla produzione di energia sono scese del 27 e del 63% tra il 2007 e il 2018.
- Le emissioni nei paesi in via di sviluppo raggiungeranno quindi il picco e inizieranno a scendere, esattamente come è accaduto altrove, quando sarà stato raggiunto lo stesso livello di prosperità e benessere, proprio per effetto dell’attuale sistema politico ed economico. Nelle previsioni, questo dovrebbe avvenire tra il 2030 e il 2040.
Non è una cosa difficile da credere, perché è esattamente quello che è sempre avvenuto. Infatti:
Grazie all’uso del gas naturale, della tecnologia e di altri cambiamenti, l’ inquinamento da piombo è sceso del 99%, il biossido di Zolfo del 91%, il Carbonio dell’83 e il biossido di azoto del 61%.

Ma si ha la sensazione che più il tempo passa più diventiamo vulnerabili. Ebbene, le morti da disastri naturali sono scese del 92% nell’ultimo secolo e dell’80% negli ultimi 40 anni, includendo anche le nazioni povere.


Soprattutto grazie al progresso, si produce oggi più cibo pro-capite di quanto se ne sia prodotto e più di quanto ne servirebbe, ben il 25% in più.

Certo non mancano grossi problemi ambientali. Più del 30% delle riserve di pesca del pianeta sono sovra sfruttate. La plastica negli oceani sta aumentando. La popolazione di specie di mammiferi, uccelli, pesci, rettili e anfibi è scesa del 50% tra il 1970 e il 2010.



Ma questi problemi saranno risolti con il sistema attuale: l’acquacoltura moderna permette di avere a disposizione più pesce allevato e meno pesce pescato; la crescita economica permette alle nazioni povere di metter su dei sistemi di gestione dei rifiuti; l’agricoltura moderna riduce l’uso del suolo, lasciandone di più libero per altre specie.



Il nostro terribile sistema economico ha permesso a Spagna, Francia e altre nazioni ricche di veder tornare a crescere le foreste, ha ridotto globalmente gli incendi del 25% ed ha aumentato di 25 volte (!) le aree protette sul pianeta, un’area grande quanto l’Africa.




Ma l’agricoltura intensiva non portato anche grandi problemi come l’inquinamento da azoto? Certamente, ci sono degli effetti collaterali, ma si stanno riducendo. Dal 1960, le nazioni ricche, per esempio, hanno raddoppiato la produzione agricola senza aumentare l’uso dei fertilizzanti.

E questi effetti collaterali della moderna agricoltura industriale impallidiscono rispetto ai benefici. Il totale del suolo utilizzato per produrre carne – che ha l’impatto maggiore – ha raggiunto il picco venti anni fa. Da allora il suolo usato per l’allevamento è diminuito di un’area pari all’80% delle dimensioni dell’Alaska.
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Bene, padronissimi di avere opinioni diverse naturalmente, ma prima bisogna sempre dare un’occhiata ai numeri. Ci sono tutti i riferimenti scientifici.
Buona giornata.

di Corrado Alvaro
Giufà e le mosche
Una volta Giufà aveva comprato un pezzo di carne di vitello. La portò a casa, la lasciò sulla tavola e uscì di nuovo per certe sue faccende.
Tornato a casa, cercò la carne, ma non la trovò più perché le mosche l’avevano mangiata tutta.
Giufà decise di rivolgersi al giudice: – Signore, voglio giustizia!
Parla pure.
Giufà gli raccontò che le mosche gli avevano mangiato tutta la carne.
Il giudice sorrise e gli disse: -Tu hai ragione da vendere. D’ora in poi, dovunque vedi una mosca, uccidila pure.
In quel momento una mosca andò sul, naso del giudice.
Giufà la vide e per uccidere la mosca diede al giudice uno schiaffo così forte che tutta la stanza risuonò.
Il giudice montò su tutte le furie.
Ah, come! Che cosa hai fatto?
E Giufà, candido come la neve:
Ho fatto quello che mi ha ordinato Vossignoria. Ho veduto una mosca sul naso della Signoria Vostra e l’ho uccisa.
Va’ via urlò il giudice – e non mi comparire più davanti.
Giufà salutò rispettosamente e se ne andò.
Se sei arrivato fin qui…
Gli astanti piuttosto che dare un’occhiata ai numeri preferiranno sempre dare uno schiaffo sul naso del giudice.. che si arrabbierà e li caccerà in malo modo.. ma essi (gli astanti) non capiranno il motivo di tale reazione.. come del resto non capiscono l’importanza dei numeri (e di leggere gli studi che lo confermano).. e continueranno garruli a commentare il titolo, o peggio la foto, senza leggere l’articolo.. lo so, lo so (non lo sapessi ma lo so), anche io sono garrulo e logorroico al distoglierli dalla loro sapienza!
Gli astanti dovrebbero vieppiù ritenersi “fortunati” ad arrivare da queste parti della rete.. non fortunati a leggere me che sono l’ultimo degli ignoranti ma per esserci arrivati!
Perché i miei profili sono tra i più “oscurati” (da queste parti della rete..) ed in questo mondo difficile (pieno di obblighi, doveri e patimenti.. tristezze e rinunce..) se nessuno ti vede.. beh, non esisti.. ma questo non è il trattamento peggiore. Se non si è troppo insistenti, maleducati o ignoranti come Giufà; se non si pubblicano bufale e se non si diffama nessuno ma si cerca tramite documenti ufficiali e studi pubblicati dai maggiori “network della conoscenza e del sapere” di portare alla luce quello che al potere da fastidio.. c’è da ritenersi “fortunati” ad essere soltanto oscurati.

Quello che a me invece da fastidio è il messaggio che Fridays For Future manda al mondo occidentale. Il venerdì per il futuro ufficialmente creato dalla signorina Greta Thumberg, che ha fatto davvero molto presto, dalle prime uscite di protesta con il suo solitario cartello; che essendo solitario ha ricevuto le attenzioni dalla rete per una ragazzina solitaria che sfida il sistema.
Una gestione pubblicitaria del personaggio da fare invidia veramente ad una star di Hollywood. Una Greta che si è calata bene nella parte di dispensatrice di verità da fine del mondo e tutta questa sovraesposizione mediatica la dice lunga sugli interessi che ci navigano dietro. Tutto questo ci è stato propinato per tre anni ininterrotti, correlato da spaventevoli pistolotti mediatici sulle nostre colpe individuali nei confronti dell’ambiente.
«Il 31 ottobre 2018 ha parlato alla manifestazione organizzata da Extinction Rebellion a Londra. Tra i relatori di spicco dell’azione c’erano la deputata del Green Party Caroline Lucas, la giornalista George Monbiot e la quindicenne Greta Thunberg, la studentessa svedese “in sciopero” da scuola per inattività climatica del suo governo. “Siamo di fronte a una crisi senza precedenti che non è mai stata trattata come una crisi e i nostri leader si comportano tutti come bambini. Dobbiamo svegliarci e cambiare tutto”, ha affermato. Ha partecipato anche l’eurodeputato Green Party Molly Scott Cato. In un editoriale del Guardian, ha spiegato di ritenere che non esistesse alternativa all’essere un legislatore diventato un trasgressore. “Siamo pronti a fermare i camion che entrano nei siti di fracking; ostacolare i bulldozer che costruiscono strade e bloccano il traffico lungo strade pesantemente congestionate e inquinate. Azioni dirette come queste hanno una storia lunga e orgogliosa; è tempo di portarle avanti in modo sistematico, in modo di proteggere il clima e di essere disposti ad essere arrestati per farlo”. Indicando l’ultimo rapporto dell’IPCC e l’ultima valutazione del World Wildlife Fund sulla biodiversità in declino della Terra, ha aggiunto: “Non è esagerato dire che la nostra sopravvivenza come specie è a rischio. È abbastanza. Basta con le parole; di ipocrisia e promesse non mantenute È tempo di agire”.»
La tattica è quella dello shock: accusare la politica (che ha le sue stramaledette colpe già di suo) ed iniziare a dare ordini su cosa ci sia e cosa non ci sia da fare… la sperimentarono con gran successo i nazisti per prendere il potere, mantenerlo e silenziare gli oppositori politici. I nazisti stessi non erano molto lontani dalle posizioni della Thumberg, ne sono anzi i precursori ideologici e politici di certo attivismo ambientalista. L’esperienza tedesca è una vera e propria venerazione della terra ed ha radici lontane nel tempo; la memoria storica della fame patita durante le guerre di religione. Queste furono una conseguenza della diffusione della Riforma e lacerarono l’Europa tra il 16° e il 17° secolo. Scoppiarono in Germania, in Francia, nei Paesi Bassi e nell’Europa nordorientale. Il conflitto più duraturo, e che coinvolse questi e altri paesi, fu la guerra dei Trent’anni (1618-48), provocata dal tentativo degli Asburgo di instaurare nel cuore dell’Europa uno Stato cattolico. In questo periodo nacque il concetto di guerra moderna: sfruttare le risorse delle campagne e delle città conquistate e fare terra bruciata al nemico. Complice anche il clima ci furono carestie e pestilenze ed in questi casi la parte peggiore tocca sempre alle popolazioni. Il concetto dello “spazio vitale” ha radice in questo periodo storico.
Tutte queste persone legate a quel tipo di attivismo — che di verde ha solo il colore dei bigliettoni da 100 €uro, che se ne ammucchi tanti uno sopra l’altro per tanti giorni della tua vita non arriverai mai nemmeno lontanamente vicino a quanti soldi ci siano dietro all’«ambientalismo verde», alle «industrie green», sopratutto quelle che si occupano di nuove tecnologie nel campo dell’energia alternativa nell’ambito del «cambiamento climatico» — conoscono bene la radice del problema e di quanti soldi possono entrare nelle loro tasche ma se ne fottono bellamente (a volte lo dicono apertamente in interviste..) dei problemi delle persone, loro lavorano per concetti morali e niente può distoglierli dal loro operato, la sacra missione.. come a dire che il fine giustifica i mezzi!
L’altra faccenda di non poco conto è di come hanno fatto a trasformare un elemento basilare alla vita come il carbonio nel nemico pubblico numero due… ma come.. solo il nemico numero due? Essi! Il nemico pubblico numero uno è l’uomo che nel suo complesso ha manomesso e sta distruggendo la vita sul pianeta Terra… Così ci raccontano, almeno…
Carbonio
Proprietà e impieghi del carbonio
Noto come carbone fin dalla preistoria, il carbonio è un elemento poco abbondante (circa 0,032% della crosta terrestre), ma diffusissimo e fondamentale in natura, dove esiste sia allo stato elementare nelle due forme cristalline del diamante e della grafite (che rappresentano le due forme allotropiche principali) e in quelle impure microcristalline dei carboni fossili, sia combinato negli idrocarburi solidi, liquidi e gassosi (petroli, asfalti, gas naturali ecc.), nei carbonati di calcio (calcite, aragonite, calcari), di calcio e magnesio (dolomite) e di altri elementi, come biossido di carbonio nell’atmosfera (circa lo 0,05%, 0,033% in peso) e disciolto nelle acque superficiali.
Inoltre è contenuto, soprattutto sotto forma di composti organici, in tutti gli organismi viventi animali e vegetali.
https://www.chimica-online.it/elementi/carbonio.htm
Quella di colpevolizzarci è solo una delle tante tecniche di PNL e sul controllo emotivo delle persone che l’ingegneria sociale sta operando sulla società nel suo insieme e sulla vita privata delle persone. Chi controlla la vita privata delle persone? A questo punto i detrattori, debunkers, anticomplottisti, cicappisti & cicappati, e mi scuso per quelli che non cito, urlerebbero in coro… E vabbè allora ditelo che c’è la «Spektre» che complotta le nostre vite!! Siete proprio dei farfalloni ed ingenui a pensare una cosa del genere!
A forza di sentirlo dire quasi quasi ci faccio un pensierino..
Eppure se si possiede tanti soldi che comprare il concorrente diventa ininfluente tanto quanto il poterlo controllare con la sola presenza del nome, delle tante fondazioni, università, biblioteche ed ospedali e quant’altro, nel mondo delle ONG, nei circoli facoltosi financo alle associazioni caritatevoli e delle lobbies bancarie.. allora il clima può davvero diventare una propaganda mirata per acquisire ancora più potere.
https://megachirottera.blogspot.com/2016/02/il-pretesto-climatico.html
https://megachirottera.blogspot.com/p/geoingegneria.html
https://megachirottera.blogspot.com/p/blog-page.html
https://megachirottera.blogspot.com/p/documentazione.html
https://megachirottera.blogspot.com/p/brevetti-di-geoingegneria.html
Su queste pagine c’è gran parte di quanto si ha di bisogno per comprendere il fenomeno “geoingegneria del clima” ma anche tanti altri argomenti correlati.
https://megachirottera.blogspot.com/p/link-utili.html
A questo punto non è più un mio problema ma tuo nel decidere se ti convenga conoscere qualcosa oppure di continuare la tua vita felice (e inconsapevole).
Pastiglia blu o pastiglia rossa?
