Source: ; by Cap Allon
La paura è un’arma potente. La minaccia di una “catastrofe climatica” imminente è stata usata per controllare la popolazione globale per decenni. È ora che ci svegliamo tutti.
Negli anni ’60 e ’70, gli avvisi di esaurimento dell’ozono, pioggia acida assassina, siccità con fine dei raccolti e persino un’imminente era glaciale permeavano i giornali dell’epoca, minacce create intenzionalmente per mantenere le pecore spaventate e conformi.
Poi, negli anni ’80, questi avvertimenti erano stati affinati, meticolosamente e malevolmente modellati in forza della più grande misura di controllo mai escogitata. Alla fine del decennio le élite erano pronte a scatenarlo sulle masse.
Si sono resi conto che incolpare le persone per qualsiasi catastrofe incombente forniva ulteriori livelli sfruttabili alla paura. Strati di colpa, di lotte intestine e divisioni, e di tassazione. Il nome della misura di controllo era il riscaldamento globale antropico (AGW).
La testimonianza al Congresso di James Hansen della NASA nel 1988 ha dato il via al gioco, o almeno può essere accreditata di aver portato la “misura” all’attenzione dei politici. Hansen ha collegato le emissioni umane di CO2 all’aumento delle temperature globali e ha proiettato tre “scenari di riscaldamento” che si spostano nel futuro.
Non perdendo tempo a lanciare Project Fear, le Nazioni Unite ed i suoi corrotti cani da compagnia dei media maistream hanno corso con la testimonianza di Hansen e hanno rapidamente iniziato a spacciare i propri scenari apocalittici scientificamente privi di fondamento.
Un titolo dell’AP del 1989 recitava: “L’aumento dei mari potrebbe cancellare le nazioni: funzionari delle Nazioni Unite” – l’articolo descriveva in dettaglio un avvertimento ufficiale delle Nazioni Unite sull’ambiente secondo cui intere nazioni sarebbero state cancellate dalla mappa se il mondo non fosse riuscito a invertire il riscaldamento entro il 2000.
La scienza ci ha detto che l’Artico sarebbe stato completamente libero dal ghiaccio estivo entro il 2009, entro il 2013, entro il 2015, entro il 2016, entro il 2018 e ora entro… 2050…? con le pubblicazioni tradizionali che non mettono mai in discussione il mucchio crescente di profezie fallite.
Al Gore è il re delle cazzate, ma anche la maggior parte dei politici moderni ha accettato lo stratagemma (hanno dovuto farlo per placare una piccola ma chiassosa – e sottoposta a lavaggio del cervello – sezione della popolazione) – anche se alcuni lo spingono più lontano degli altri e di conseguenza sottopongono ciecamente il loro sé futuro al ridicolo e alla ritrattazione forzata quando le loro previsioni vengono inevitabilmente smentite.
Nel maggio 2014, il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius, durante un’apparizione congiunta con l’allora Segretario di Stato americano John Kerry, ha affermato “abbiamo 500 giorni per evitare il caos climatico”.
I ridicoli commenti di Fabius sono stati fatti durante la prima stesura del Paris Climate Deal, un accordo che ha ottenuto 195 firmatari e che alla fine è entrato in vigore a novembre 2016 (circa 60 giorni dopo la scadenza del ministro degli esteri francese per il disastro).
Ma Fabius di certo non è solo.
La storia recente è disseminata di esempi di date del giorno del giudizio scadute. Ci sono lunghe liste compilate sui blog in tutto il web; ci sono cataloghi che documentano migliaia e migliaia di previsioni climatiche fallite da parte di politici, scienziati e giornalisti allo stesso modo. Sfortunatamente, però, questa realtà non viene mai toccata dall’MSM comprato e completamente corrotto – La scienza è risolta, dopotutto, e il fatto che ogni terribile previsione climatica degli ultimi 40 anni sia stata sbagliata è apparentemente del tutto irrilevante.
Noi esseri umani siamo pecore però.
I pochi anti-autoritari tra noi hanno un lavoro sempre più duro perché le moderne vie di rivolta vengono bloccate. I cosiddetti “Fact-Checker” stanno filtrando il discorso su Internet, e loro e solo loro decidono cosa è vero, e quindi, per volere dei loro sostenitori totalitari, possono plasmare la narrativa e quindi la realtà stessa come ritengono opportuno (e su anche tutti gli argomenti; dall’AGW al COVID, dall’Ucraina ai Black Live Matters (qui abbiamo i Black Block).
È molto tempo che non ci alziamo. È ora che ci ribelliamo.
È molto tempo che non ci alziamo. È ora che ci ribelliamo; se la traduzione è giusta.. sennò potrebbe suonare come: È giunto il tempo che ci alziamo. É ora che ci ribelliamo.
A questo punto molti aggiungono la formula di rito: L’articolo potrebbe non rispecchiare le opinioni del giornale, sito, luogo di culto.. etc-etera.. «καὶ τὰ λοιπά».
Il problema nasce dal fatto che non mi sento di escludere del tutto questa possibilità.. e sono anni che nei forum e nelle chat se ne è parlato e se ne parla di questa eventualità ma è un mormorare sommesso, quasi ad intuire la portata di questo pensiero.
Eh si, perché il clima è teso e pesante, almeno per quanto è il mio sentire, che con pochissime possibilità di interagire con il mondo reale sono qui nel mio antro a vagliare, scomporre e ricomporre cosa sputa fuori la rete. Ma la rete è un serio problema se non si conosce cosa è e di chi è al servizio e qui la consapevolezza è scarsa se non nulla:
Personalmente, e chi mi conosce questa cosa la sa, sono anni che pavento l’arrivo di manifestazioni e rivolte. Non ci vuole molto per capire che quando le persone raggiungono il limite la corda si spezza.
Ma non accetterò l’opzione della rivolta, abbiamo troppo da perdere in uno scontro frontale di piazza e la nostra memoria troppo corta per capire come andrebbe a finire.
Ci vorrebbe una consapevolezza superiore per generare un atto d’amore. Basterebbe fermarsi tutti dove si è e non fare niente.. rifiutarsi di commettere qualsiasi azione, staccare la spina. Non da sdraiati sul divano a giocare con la Play Station, ma una opposizione resistente, bloccare tutto.
Durante le famose “rivoluzioni colorate” tra le tante ci hanno preso in giro con l’uomo che legge, chi si ricorda dell’uomo che legge? Da restituire al mittente con gli interessi.
Così vediamo se è vero che non hanno più bisogno di noi.. come straparlano alle riunioni del WEF.
I TEMPI FREDDI stanno tornando, le medie latitudini si stanno RAFFREDDANDO in linea con la grande congiunzione, l’attività solare storicamente bassa, i raggi cosmici che nucleano le nuvole e una corrente a getto meridionale (tra le altre forzature).
Sia il NOAA che la NASA sembrano concordare, se si legge tra le righe, con NOAA che afferma che stiamo entrando in un grande minimo solare in piena regola alla fine del 2020, e la NASA vede questo prossimo ciclo solare (25) come “il più debole degli ultimi 200 anni“, con i precedenti spegnimenti solari periodi prolungati di raffreddamento globale QUI.
Inoltre, non possiamo ignorare la moltitudine di nuovi articoli scientifici che affermano l’immenso impatto che il Beaufort Gyre potrebbe avere sulla Corrente del Golfo, e quindi sul clima in generale.
I canali dei social media stanno limitando la portata di Megachiroptera: Twitter, Facebook ed altri social di area Zuckerberg hanno creato una sorta di vuoto cosmico intorno alla pagina ed al profilo mostrando gli aggiornamenti con ritardi di ore, se non di giorni.
Megachiroptera non riceve soldi da nessuno e non fa pubblicità per cui non ci sono entrate monetarie di nessun tipo. Il lavoro di Megachiroptera è sorretto solo dalla passione e dall’intento di dare un indirizzo in mezzo a questo mare di disinformazione.
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