
Sionismo, cosa è: Un movimento politico e ideologico volto alla creazione di uno Stato ebraico in Palestina (da Sion, nome della collina di Gerusalemme). Sviluppatosi alla fine del 19° sec., in seguito all’inasprirsi dell’antisemitismo in Europa orientale e alla crisi seguita al cosiddetto affare Dreyfus, il sionismo avanzò le proprie rivendicazioni nel Congresso di Basilea (1897), organizzato da T. Herzl. Furono allora tracciate le linee del futuro programma d’azione del sionismo, in cui si fondevano tre tendenze: la prima, pratica, vedeva nella colonizzazione agricola della Palestina il mezzo per restituire agli Ebrei la loro dignità umana e per far valere in futuro effettivi diritti sul territorio, e trovò il suo strumento nel Qeren qayyemeth le Yiśrā’ĕl («Fondo permanente per Israele», noto come Fondo nazionale ebraico), creato nel 1901 allo scopo di acquistare terreni in Palestina; la seconda tendenza, etico-religiosa, si batteva per un ritorno alla tradizione e la rinascita di uno spirito nazionale e dei valori culturali e religiosi dell’ebraismo; infine la tendenza politica mirava a ottenere la concessione di una ‘carta’ internazionale che autorizzasse e tutelasse l’immigrazione ebraica in Palestina. [Fonte Enc. Treccani]
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Credo fortemente che agli ebrei in tutto il mondo, compresi quelli in Israele, debba essere costantemente ricordato degli orribili crimini commessi in Palestina sotto il loro nome collettivo e che debbano comprendere la stretta somiglianza ideologica tra nazismo e sionismo. Invece ci viene costantemente ricordato il genocidio del popolo ebraico ad opera dei nazisti e dei suoi alleati durante le dittature nazi-fasciste e la WWII.
Credo che questo sia uno strumento legittimo per ottenere che gli ebrei, specialmente quelli che hanno a cuore giustizia ed onestà, riconsiderino la loro identificazione e infatuazione per questa entità malvagia e per la sua altrettanto nefasta ideologia e le sue azioni.
Gli ebrei in tutto il mondo semplicemente non possono amare Israele e appoggiare la sua sfrenata criminalità contro il popolo palestinese e allo stesso tempo parlare al mondo delle crudeltà del nazismo. La coerenza morale è assolutamente di importanza primaria.
Appoggiare oppressione e razzismo è spesso tanto sbagliato quanto praticare oppressione e razzismo. Infatti un’oppressione qual’è l’occupazione non può persistere per un tempo tanto lungo senza l’appoggio materiale e morale e il sostegno di persone che possono spesso parlare con moderazione e sembrare gentili. Anche molti dei sostenitori dell’ Apartheid in Sudafrica e del nazismo in Germania parlavano con moderazione e sembravano gentili, non sapendo (o sapendo) che stavano tacitamente sostenendo criminali malvagi e razzisti che commettevano orrendi delitti contro l’umanità.
Il sionismo (la cui incarnazione centrale è lo Stato israeliano dell’ apartheid) è malvagio a causa della sua malvagia ideologia razzista e dei comportamenti ed azioni criminali in Palestina e dove considerano necessario, in tutto il mondo.
Il sionismo ha dichiarato che tutti gli ebrei sono un’etnia distinta, proprio come i nazisti avevano dichiarato che tutti i tedeschi erano un’etnia distinta.
Intanto il sionismo quanto il nazismo desideravano costruire uno ‘Stato’ che sarebbe stato ‘redento’ tramite una purificazione violenta (nel caso della Germania nazista) e un ‘muro d’acciaio’ (nel caso dell’Israele sionista).
In entrambi i casi la pulizia etnica è stato il maggiore strumento utilizzato per cancellare gli ‘inferiori’, i portatori d’acqua e tagliatori di legna in modo da creare insediamenti per ‘soli tedeschi’ in Europa e per ‘soli ebrei’ in Palestina.
[Fonte ComeDonChisciotte]

Una definizione: chi è un sionista?
Spesso la domanda chi sia un sionista dà luogo a un dibattito sterile sulla semantica, piuttosto che su una qualche sostanza. Il controverso scrittore israeliano Abraham B. Yehoshua, si fa strada in tale questione e arriva a una definizione conclusiva.
Abraham B. Yehoshua
Pubblicato originariamente dall’Union of jewish Students [letteralmente, Unione degli studenti ebrei] con il titolo “Sionismo: ricetta per il futuro ebraico.”
I termini “sionista” e “sionismo” indicano concetti per i quali vi è molta confusione. Qualcuno parla nel nome del sionismo “autentico,” altri nel nome del sionismo “umanistico,” altri nel nome del “grande” sionismo, e altri ancora nel nome del sionismo “originale.”
A quanto pare è giunto il momento di stabilire con precisione e con chiarezza una definizione formale realistica di questo termine. Definizioni del genere “il legame tra il popolo di Israele, la Torah di Israele, e la Terra di Israele” non ci aiuteranno a capire né perché, ad esempio, consideriamo quelli di Neturai Karta anti-sionisti, benché sottoscrivano di cuore alla formulazione di cui sopra, né perché i sionisti, che non credono tutti nella Torah di Israele e di certo non ne seguono i comandamenti, sono considerati sionisti.
Definizioni banali come “la credenza nell’esistenza del popolo ebraico in Eretz Israel” o “la lotta per l’esistenza dello stato di Israele” non forniscono nessun sentore del motivo per cui il sionismo è stato condannato all’assemblea delle Nazioni Unite da un paese come la Svezia. A uno svedese è permesso amare il suo popolo e la sua nazione, ma a un ebreo è vietato amare il suo paese?!
Una definizione come “il diritto del popolo ebraico a tutta la terra di Israele” porrebbe qualcuno come Ben-Gurion di fuori dei limiti del sionismo dato che era disposto a rinunciare a quelle parti di Eretz Israel prese nella Guerra dei sei giorni.
La definizione avanzata dalla sinistra sionista – “il movimento di liberazione nazionale del popolo ebraico” – è complessivamente un pantano. Non so da chi il popolo ebraico dovrebbe essere liberato. Dagli statunitensi? Gli britannici? E cosa dire della stessa Israele?
Non siamo liberati?
Altri sostengono che sionista è chi viene a stabilirsi in Eretz Israel. Se così fosse, che dire di tutti coloro che sono nati qui: non sarebbero veri sionisti? Ciascuna di queste definizioni crea confusione…
Cercherò qui di proporre definizioni formali e precise di questo concetto. Fino alla creazione dello stato d’Israele, un sionista era definito come “qualcuno … che vuole stabilire uno stato ebraico in Eretz Israel.”
La parola chiave in questa definizione è “stato.” Alla base della visione sionista c’era l’ambizione di creare uno stato. Il sionismo necessitava della piena sovranità più di ogni altro movimento nazionale perché richiedeva il diritto illimitato di immigrare e di stabirirsi in quelle terre e ciò poteva essere realizzato solo con una sovranità piena.
Ovviamente ci sono state differenze nelle tattiche da adottare per raggiungere l’obiettivo. Alcuni al riguardo sono stati completamente sinceri, altri volevano rimanere in silenzio fino a quando non fosse stabilita una maggioranza ebraica in Eretz Israel. Alcuni pensavano in termini di uno stato bi-nazionale, altri a una partizione, e altri ancora a tutta la terra di Eretz Israel.
Ci sono stati sionisti che erano socialisti, religiosi, borghesi, o nazionalisti. Ciascuno di loro aveva il proprio sogno e la propria ideologia, ma comune a tutti in quanto sionisti era l’obiettivo finale della creazione di uno stato ebraico in Eretz Israel.
Una volta stabilito tale stato si sarebbe potuto dire che il sionismo era “finito” avendo compiuto la sua missione. Lo scalatore cessa di essere tale una volta raggiunta la vetta; la definizione quindi doveva essere cambiata.
Il desiderio di creare uno stato ebraico in Eretz Israel non poteva più definire il termine “sionista” dal momento che lo stato di Israele era già stato creato. La definizione che si addice al periodo successivo il 1948 è quindi la seguente: sionista è chi accetta il principio secondo cui lo stato di Israele appartiene non solo ai suoi cittadini, ma anche a tutto il popolo ebraico.
Questa è la definizione e, a mio avviso, ciò che è più importante è l’ultimo punto, ovvero che i sionisti considerano lo stato di Israele come appartenente al popolo ebraico nel suo complesso.
Il sionismo non è una ideologia esaustiva. Dichiarandosi sionisti, di sé si dice molto poco e rimane infatti da chiarire la propria posizione sul suo rapporto con la società, sul problema dei territori, sulle questioni della religione e dello stato, sul problema delle disuguaglianze sociali, e su altro. Il sionismo non può sostituire un’ideologia, come il socialismo, il liberalismo, o la religiosità…
NOTA: L’interpretazione della frase “Fiume d’Egitto” come riferendosi al Nilo è in realtà alquanto controversa (la parola ebraica biblica standard per il Nilo יאר non è usata nel passaggio di Genesi 15), mentre l’Eufrate doveva riferirsi principalmente a Tiphsah nel nord della Siria.
Genesi 15: 18-21 (KJV): Nello stesso giorno il SIGNORE fece un patto con Abram, dicendo: Alla tua discendenza ho dato questo paese, dal fiume d’Egitto al grande fiume, il fiume Eufrate: i Keniti, e i Kenizziti, i Kadmoniti, gli Ittiti, i Perizziti, i Refaim, gli Amorrei, i Cananei, i Girgashiti e i Gebusei. Gli Amorrei biblici sono considerati sinonimi dei Cananei e occupavano la stessa terra.
Eretz Israel

La Terra di Israele (in ebraico: אֶרֶץ יִשְׂרָאֵל, Eretz Yisrael) è la regione che, secondo il Tanakh e la Bibbia, fu promessa dal Dio ai discendenti di Abramo attraverso suo figlio Isacco e agli Israeliti, discendenti di Giacobbe, nipote di Abramo. Costituisce la Terra promessa ed è parte del patto fatto con Abramo, Giacobbe e Israele. La tradizione ebraica considera la promessa valida per tutti gli ebrei, compresi i discendenti dei convertiti.
Il termine non deve essere confuso con il nome ufficiale dello Stato di Israele, che è uno stato politico moderno più piccolo compreso nei suoi confini biblici e storici. Però dalla Guerra dei sei giorni del 1967 il termine e il concetto sono stati politicizzati e usati per giustificare le politiche dei partiti israeliani di destra, come il Likud. Questi gruppi hanno avuto influenza sui governi israeliani a partire dalle elezioni del 1977, quando per la prima volta la sinistra fu sconfitta e la destra prese il potere.

Storia del Sionismo
Raccontata da ebrei sionisti e non sionisti

L’invenzione dell’Esilio
Breve storia degli ebrei dell’antichità dalla quale tra le altre cose si evince che la maggior parte non se ne andarono mai dalla Giudea, si convertirono all’islam e divennero i palestinesi di oggi […]

La Tredicesima Tribù
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L’età dell’oro a SEFARAD
Gli ebrei nel Califfato di Cordoba
Nel corso del Medioevo, per alcuni secoli la penisola iberica (in ebraico Sefarad, in arabo al-Andalus) fu controllata da governanti musulmani, che garantirono agli ebrei una tolleranza molto più ampia rispetto alle persecuzioni delle successive epoche cristiane.

Il BUND ebraico in Russia dalle origini al 1905
A 120 anni (ottobre 1897) dalla nascita dell’Unione generale dei Lavoratori Ebrei di Lituania, Polonia e Russia, storicamente nota come Bund, è disponibile la traduzione pressoché integrale in italiano della ricerca di Henry Tobias The Jewish Bund in Russia: from its Origins to 1905, pubblicato dalla Stanford University Press nel 1972 e mai edito in Italia.

La storia nascosta del sionismo
Durante il Medioevo in Europa, la scienza, la matematica e la filosofia greche furono preservate dagli studiosi arabi. Da Avicenna ad alKindi, la scienza e la matematica arabe hanno alimentato l’eredità della filosofia naturale e morale greca. Il movimento sionista sottomise la Palestina e assaltò la sua cultura con una implacabile barbarie scioccante anche per coloro che avevano familiarità con gli annali crudeli della conquista coloniale. […]

1917: sionisti ed ebrei tra Grande Guerra e rivoluzione
L’esercito francese si era ammutinato, l’esercito italiano era sull’orlo del collasso e l’America aveva iniziato a prepararsi senza convinzione…Era importante per noi cercare qualunque aiuto possibile. Arrivammo alla conclusione, da informazioni ricevute da ogni parte del mondo, che fosse vitale avere dalla nostra parte la simpatia della comunità ebraica…[…]

QUANDO GLI EBREI ERANO RIVOLUZIONARI E ANTISIONISTI
I due contributi presentati sono tratti da altrettanti interventi al convegno internazionale “Gli ebrei dell’Europa orientale dall’utopia alla rivolta”, tenutosi nel lontano gennaio 1984 a Torino per iniziativa dell’Istituto di studi storici Gaetano Salvemini, della Comunità ebraica e del dipartimento di storia dell’Università di Torino. […]

FERROVIERI ARABI ED EBREI IN PALESTINA
(1919 – 25)
A cavallo tra il XIX e il XX secolo, contemporaneamente alle prime ondate di immigrazione sionista dall’Europa, la Palestina controllata dall’Impero ottomano e poi dall’Inghilterra attraversò una fase di sviluppo capitalistico, rappresentato in maniera emblematica dal progressivo estendersi della rete ferroviaria. […]

IL GHETTO COMBATTE
L’occupante tedesco che penetra a Varsavia nel 1939 trova la popolazione ebraica in preda alla confusione e al caos più totale. Quasi tutte le personalità hanno lasciato Varsavia il 7 settembre. Dirigenti politici, animatori sociali e intellettuali hanno abbandonato la capitale. Più che mai, i trecentomila ebrei che vi abitano si sentono soli e disorientati […]

IL SIONISMO NELL’ETA’ DEI DITTATORI
Un’analisi delle affinità ideologiche e delle relazioni politiche intercorse tra sionismo e nazifascismo prima e durante la Shoah. Il sionismo, l’ideologia alla base dello stato di Israele, non solo ha determinato la tragedia palestinese ma ha contribuito anche a quella degli ebrei. Perché un altro libro sulla Seconda guerra mondiale, che probabilmente è l’argomento […]

IL MURO DI FERRO
Il revisionismo sionista da Jabotinskij a Shamir
Un’analisi storica della corrente revisionista del sionismo, che per lungo tempo fu considerata una semplice scheggia impazzita alla destra del movimento fondato da Theodor Herzl ma che dal 1977, con la prima vittoria elettorale del Likud, è diventata parte dominante dell’ideologia dello stato di Israele e oggi è al potere con Netanyahu. […]